Da ricordi di famiglia e da accenni in libri dedicati alla VaI Rendena, la famiglia Boroni distillava le radici di genziana nei primi anni dell’Ottocento. L'attività artigianale vera e propria è iniziata nel 1849, anno di iscrizione alla C. C. e Artigianato di Trento. Un'ulteriore documentazione che conferma quanto sia lontana nel tempo la distillazione di radici di Genziana da parte della famiglia Boroni è l'autorizzazione per la raccolta delle radici rilasciata dal Comune di Pelugo ne1 1852. Cesare Boroni (bisnonno dell'attuale titolare), che aveva una piccola distilleria a conduzione familiare nella frazione di Borzago, è riuscito ad ottenere questo prodotto, particolare nel suo genere, grazie a continui, pazienti e laboriosi accorgimenti, trovando alla fine un metodo e un procedimento definitivi che ha tramandato al figlio Giovanni. Quest'ultimo ha sviluppato in modo sostanziale l'attività intorno al 1920, ricevendo anche il secondo premio alla prima Esposizione dell'artigianato e delle piccole imprese delle Giudicarie. La medaglia è riportata sull'etichetta disegnata in quegli anni e usata ancora oggi come segno di continuità.
La passione e l'impegno di Giovanni sono stati tramandati ai figli Cesare, Ernesto, Elsa e Giulio che hanno proseguito l'attività mantenendo lo stesso procedimento e le caratteristiche di un lavoro tutto artigianale. Oltre alle radici di genziana, la famiglia Boroni distillava, allo stesso modo, le radici di imperatoria e le bacche di ginepro. Nel 1972 la ditta venne chiusa per motivi familiari e, dal 2000, Giulio, con la moglie Bruna e i figli Giovanni, Marisa, Patrizia, ha ripreso l'attività di famiglia, sollecitato sia da richieste di persone che si ricordavano ancora della Genziana Boroni, sia dal desiderio di non lasciare morire un'attività secolare. |